EP.13 • AGOSTINO & SOFIA
Agostino Giorgio Chiarucci lavora come fotografo outdoor e di moda. Pratica molti sport concentrandosi particolarmente sull’arrampicata e sull’alpinismo in cui non cerca la performance estrema, ma predilige la ricerca dell’esperienza e della creazione di un ricordo significativo.
I suoi scatti si muovono in parallelo con questo intento, focalizzandosi non tanto sul gesto sportivo ma su tutto quello che gli gira attorno: la preparazione, la fatica ed le emozioni che vengono generate da determinate situazioni.
Sofia Rainer lavora come stylist ed è appassionata di attività outdoor come sci, arrampicata o parapendio. Ogni esperienza è per lei una sfida e un'opportunità per superare i suoi limiti e scoprire qualcosa di nuovo su se stessa.
Insieme sono una coppia nella vita e nel lavoro, si muovono in un equilibrio tra avventure in natura e momenti in cui cercano l’ispirazione artistica. Ogni viaggio che fanno è ricco di scoperte, sfide ed esperienze creative che li spingono a vivere ogni giorno al massimo e a contaminarsi a vicenda crescendo personalmente e professionalmente.
Ci raccontate che tipo di viaggio avete fatto, dove siete stati, per quanto tempo e cosa avete fatto? Come è nata questa idea?
Il viaggio di cui stiamo parlando è stato un’avventura in alta montagna, precisamente in Perù e Bolivia. Non è stata una semplice vacanza, ma piuttosto una vera e propria esperienza di esplorazione e scoperta. Abbiamo pianificato questo viaggio per circa un mese, con l'intento di esplorare e documentare la bellezza e le sfide di un ambiente così estremo.
Ecco un breve resoconto dell'itinerario: siamo partiti da Lima, la capitale del Perù, e ci siamo diretti a nord verso Huaraz, dove abbiamo scalato una vetta di 5.000 metri. Successivamente, abbiamo seguito il percorso turistico classico: Ica con il suo deserto di sabbia, le Linee di Nazca, Machu Picchu, le Rainbow Mountains, fino ad arrivare al deserto di sale di Uyuni in Bolivia, che è stata la nostra ultima tappa. Dalla scalata di una vetta di 6.000 metri al surf nel deserto e alle escursioni a Machu Picchu, questo viaggio è stato un’avventura indimenticabile.
Come è nata l'idea
L’idea di questo viaggio è nata dalla nostra passione per la natura e dal desiderio di esplorare ambienti estremi. Avevamo sempre sognato di affrontare una sfida in alta montagna e di catturare immagini che raccontassero non solo la bellezza, ma anche le difficoltà e le esperienze di chi vive e lavora in queste condizioni.
Sofia - Ho viaggiato in molte parti del mondo, ma il Perù e la Bolivia erano ancora sulla mia lista dei desideri. Le montagne delle Ande mi hanno sempre affascinato, e il mio obiettivo era scalare una vetta di 6.000 metri. Dato che in Perù e Bolivia è comune affrontare tali sfide, e visto che anche il mio ragazzo condivideva questo interesse, abbiamo scelto questi due Paesi come destinazione.
Il viaggio è stato una combinazione di sfide fisiche e ricompense visive. Abbiamo vissuto momenti di grande fatica, ma anche di pura meraviglia di fronte alla spettacolare bellezza dei paesaggi. Ogni giorno ci ha offerto nuove opportunità per scoprire e creare, e il risultato finale è una serie di fotografie e storie che raccontano una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto.
Agostino - Per me è stata il primo viaggio oltre oceano, nella mia vita ho sempre viaggiato moltissimo ma mai con questo tipo di modalità.
Dopo diverse scalate nelle alpi italiane desideravo moltissimo provare qualcosa di diverso e logisticamente più impegnativo come scalare nelle Ande peruviane.
Inizialmente non ne ero molto convinto ma facendo un pò di ricerche su internet ho trovato diverse fotografie di pareti che mi hanno impressionato, dal li è partirà l’interesse e l’idea del viaggio.
Siete una coppia di creativi, anche se in due settori differenti - Agostino fotografo e Sofia stylist - ci piacerebbe chiedervi come un viaggio del genere impatta nella vostra creatività e nella vostra creazione di progetti artistici (sia durante che dopo il viaggio).
Viaggiare in queste regioni è una fonte infinita di ispirazione che influenza profondamente la nostra creatività e il modo in cui affrontiamo i progetti artistici.
Sofia - Per me, viaggiare è una straordinaria opportunità per immergersi in nuovi ambienti, culture, tradizioni e tendenze della moda. Queste esperienze arricchiscono il mio lavoro, offrendo nuove prospettive e idee. Per esempio il contatto diretto con le persone mi permettono di comprendere meglio il valore culturale di certi elementi stilistici. Questo mi aiuta a dare profondità e significato ai progetti, rendendoli non solo esteticamente accattivanti, ma anche ricchi di storia.
Viaggiare non è solo una fonte di ispirazione, ma anche uno strumento fondamentale per la mia crescita, sia professionale che personale.
Agostino - Sicuramente un viaggio del genere impatta moltissimo a livello stilistico e di influenze inconsce nel mio processo creativo.
Uno degli aspetti che mi ha più affascinato e influenzato a livello fotografico oltre ad i bellissimo paesaggi è la luce, in un luogo cosi lontano da casa la luce è diversa durante le ore del giorno ed è stato bellissimo utilizzarla per fotografare.
Questo tipo di esperienza mi ha arricchito moltissimo a livello di ricerca creativa dandomi moltissimi stimoli ed idee per scatti e lavori futuri.
Ci ha incuriosito vedere che avete utilizzato la bandana Wanderlust per filtrare l’acqua, ci raccontate in che situazione eravate in quel momento e se ci sono altri oggetti che ritenete indispensabili in quanto molto versatili durante un viaggio?
Questo è stato uno dei momenti più memorabili del nostro viaggio. La bandana Wanderlust si è rivelata particolarmente utile in una situazione del tutto inaspettata.
Ci trovavamo in un campo base a 4.500 metri di altitudine, lontano da qualsiasi fonte di acqua potabile. Eravamo distrutti dopo un'escursione di 2.000 metri e l'acqua scarseggiava. Fortunatamente avevamo con noi la nostra bandana, che abbiamo usato per filtrare l'acqua trovata vicino al campo base. Con questo semplice trucco, siamo riusciti a trasformare l'acqua che non era potabile in acqua potabile.
Vediamo dai vostri contenuti online che siete spesso in viaggio o appesi tra una montagna e l’altra, com’è vivere la compresenza della vita cittadina e frenetica rispetto a quella totalmente immersa nei viaggi e nelle escursioni?
Vivere tra la frenesia della città e la tranquillità della natura è un'esperienza unica che ci offre un'ampia gamma di emozioni e prospettive. Entrambi gli ambienti hanno il loro fascino e le loro sfide.
Sofia - Per me, passare dalla vita di città a quella di montagna è come un costante gioco di equilibri tra due mondi. La vita in città è dinamica e stimolante, con la sua energia, la sua offerta culturale e il un ritmo veloce. È un luogo ideale per il networking, la creatività e l'ispirazione quotidiana. Tuttavia, quando mi trovo in montagna, posso immergermi completamente nella tranquillità, che stimolano la mia creatività in modi inaspettati.
Agostino - Per me la vita in città e le uscite in montagna sono molto distaccate l’una dal altra, quando sono in città cerco di dedicare il mio tempo agli amici, oltre che a lavorare come fotografo.
Mentre quando inizio a preparale lo zaino la sera prima di un uscita in montagna e come se entrassi in un altra dimensione dimenticandomi totalmente di tutto quello che esiste in città.
Quali sono gli sport che più praticate e che hanno maggiormente caratterizzato la preparazione e il viaggio effettivo che avete fatto?
Sofia - Per me, sport come l'escursionismo, l'arrampicata e il parapendio sono particolarmente importanti. Essere preparati fisicamente attraverso queste attività è fondamentale per affrontare il lavoro in ambienti difficili e spesso remoti. L'escursionismo mi aiuta a mantenere la resistenza e ad essere pronto per le lunghe giornate di esplorazione, mentre l'arrampicata migliora la forza, qualità essenziali per raggiungere i luoghi migliori. Il parapendio, invece, offre una prospettiva unica, permettendomi di vedere il mondo da un'angolazione completamente nuova, aggiungendo una dimensione emozionante alle mie avventure.
In breve, la combinazione di questi sport non solo ci prepara fisicamente alle nostre avventure, ma arricchisce anche la nostra esperienza di viaggio, permettendoci di entrare in sintonia con l'ambiente che ci circonda.
Agostino - Per affrontare questo tipo di esperienza bisogna frequentare moltissimo l’ambiente montano, personalmente non ho fatto una preparazione specifica prima della partenza in Perù non essendo un atleta.
Ho semplicemente scalato e camminato in montagna come faccio sempre, cercando magare di passare più tempo in alta quota andando a scalare sul monte bianco per abituarmi al altitudine.
Oltre ai bellissimi scatti più posati ed estetici abbiamo visto anche le vostre foto degli iPhone e di qualche analogica, avete in mente qualche momento più particolare dietro le quinte che volete raccontarci? Qualche incontro o situazione vissuta.
Naturalmente, ci sono stati anche alcuni momenti dietro le quinte che sono stati particolarmente significativi e che vorremmo condividere.
Sofia - Un momento che ricordo con particolare affetto è stato quello in cui abbiamo dormito in tenda al campo base, a un'altitudine di 4.500 metri. Questa esperienza è stata davvero intensa e ha messo alla prova la nostra resistenza in molti modi.
L'arrivo al campo base è stato un viaggio faticoso e impegnativo, con uno zaino che pesava quasi 20 kg, l'aria sempre più rarefatta e il freddo sempre più intenso. Dopo aver montato la tenda e preparato tutto, abbiamo mangiato tonno e mozzarella (una cena semplice ma molto apprezzata) dopo aver scalato quasi 2.000 metri.
La notte è stata particolarmente dura: le temperature sono scese ben al di sotto dello zero. Dormire a questa altitudine non è stato affatto facile, con i sacchi a pelo che cercavano di tenerci al caldo e la coperta termica che ci salvava la vita, hahaha.
Il giorno dopo eravamo stanchi ed esausti, ma i panorami intorno a noi erano spettacolari e hanno più che compensato le difficoltà della notte. Questa esperienza ci ha insegnato molto sulla nostra resistenza e sul valore di ogni piccola comodità che diamo per scontata. È stata una delle esperienze più impegnative, ma anche più gratificanti del nostro viaggio e ci ha lasciato ricordi e immagini che porteremo sempre con noi.
Agostino - Un momento a cui sono particolarmente legato è la salita al 6000m Huayna Potosi, oltre alla soddisfazione della vetta ed i bellissimi paesaggi che abbiamo potuto vedere durante la salita mi è particolarmente piaciuto condividere la cena con altre persona nel piccolissimo rifugio nel campo alto.
Partiti dal campo basso abbiamo raggiunto il campo alto dove avremmo dormito prima della salita finale in vetta il giorno seguente, li è stato bellissimo mangiare con alpinisti da tutte le parti del mondo e discutere in intimità delle motivazioni che ci hanno portato a salire questa montagna.
In ultimo, una domanda che ci piace sempre fare, vi va di elencarci qualche brano musicale che associate facilemente a questo viaggio?
Sofia - Non c'è una playlist specifica che abbiamo creato per questo viaggio, ma ci sono alcuni brani che, ogni volta che li ascoltiamo, ci fanno tornare immediatamente a quei momenti.
Agostino - Un album che ho ascoltato moltissimo durante tutto il viaggio è “The English Riviera” dei Metronomy, album perfetto per le lunghissime ore in bus tra una città e l’altra.
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